Hai già sentito parlare di “Master of Photography”? Si tratta di un talent andato in onda alla sua prima stagione nel 2016 su Sky Arte HD, in cui 12 fotografi professionisti e amatoriali provenienti da diversi paesi europei si sono sfidati in una competizione.
Nelle 8 puntate della prima edizione sono stati giudicati dal fotografo italiano Oliviero Toscani, dalla fotografa tedesca Rut Blees Luxemburg e dal fotografo e artista britannico Simon Frederick: il vincitore è stato il fotoreporter milanese Gabriele Micalizzi.
Non si è trattato però del solito reality, in cui i concorrenti erano nello stesso luogo per tutto il tempo e gli spettatori ne spiavano le giornate come tecnologici voyeur. Ognuna delle otto puntate rappresentava una sfida fotografica, utilizzando l’attrezzatura Leica messa a disposizione dalla produzione. I cameramen seguono i partecipanti solo nelle ore in cui si svolge la sfida, poi in studio insieme ai giudici nella registrazione della puntata. In ogni puntata c’è stato come ospite d’eccezione un fotografo contemporaneo, più o meno conosciuto, che aiutava e consigliava i partecipanti nella selezione degli scatti e nell’editing delle immagini.
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Chi sono i fotografi ospiti di #MasterOfPhotography stag.1 ?
☑ Alex Webb
Nato nel 1952 a San Francisco (USA) è considerato uno dei fotografi documentaristi più influenti degli ultimi decenni. Alex Webb ha ottenuto grande prestigio con la sua padronanza della luce e del colore, documentando diversi angolo del mondo con immagini vivaci, complesse, dove la tensione a diversi livelli è palpabile. Anche quando si tratta di realtà complesse e scene piene di elementi, è capace di fotografarle sempre in modo armonico e non caotico.
Webb è uno dei rappresentanti principali della fotografia documentaria a colori, con un proprio stile molto distinto, ammirato ed imitato da molti fotografi di strada. Proprio la strada è il suo ambiente abituale, dove ha iniziato a lavorare fin da adolescente con grande talento, fino ad entrare nell’agenzia Magnum Photos per raccontare il mondo in modo assolutamente unico.
Fotografare dentro uno studio vuol dire avere il controllo su tutto, ma poi appena uno esce da quel mondo lo perde completamente. Nella street photography sbagli il 99,9% delle volte. E bisogna accettarlo, è in questo modo che funziona, è così.
La fortuna gioca un ruolo molto importante. A volte avviene in modo del tutto inaspettato, succede che ti trovi nel posto giusto al momento giusto e scatti in quell’istante perfetto.
❂ “La sofferenza della luce. Trenta anni di fotografia” di Alex Webb su Amazon
☑ Bruce Gilden
Nato a New York nel 1946, Bruce Gilden è un altro fotografo statunitense molto conosciuto nell’ambito street. Nel 1968, dopo aver visto il film Blow-up di Michelangelo Antonioni, acquistò la sua prima macchina fotografica e si iscrisse ai corsi serali della Scuola di Arti Visive di New York. Si definisce un fotografo di strada e si interessa soprattutto a come le persone condividono lo stesso spazio fisico urbano, probabilmente influenzato anche dai suoi studi universitari di sociologia.
Affascinato dalla gente comune e dall’idea di spontaneità visiva, nelle sue foto utilizza molto il flash e rende i soggetti consapevoli della sua presenza, al contrario di molti altri fotografi dello stesso genere. Nel suo primo progetto importante ha documentato la sensualità dei corpi delle persone sulla spiaggia newyorkese di Coney Island; poi i riti creoli di Haiti, la vita rurale in Irlanda, la yakuza e le prostitute in Giappone, in India, in Francia e molti altri posti del mondo. Fa parte di Magnum Photos dal 1998 ed il suo lavoro è incluso in diverse collezioni del MOMA di New York, della Biblioteca Nazionale di Parigi e molte celebri gallerie e musei nel mondo.
Credo che l’aspetto più importante sia fotografare quello che sei. Io ho avuto un’infanzia molto difficile e per me quello che faccio è naturale. Io trovo la bellezza dove altri probabilmente non la trovano. Ovunque io vada sono sempre me stesso, quindi fotografo me stesso.
☑ Elina Brotherus
Elina Brotherus nasce nel 1972 ad Helsinki (Finlandia) e dopo la laurea in chimica si dedica alle arti fotografiche. Sin dagli inizi la fotografa finlandese si interessa a concetti come il corpo, l’identità e lo spazio e la relazione che c’è tra questi. I suoi primi autoritratti sono più spensierati, diventando gradulmente più riflessivi e autobiografici, soprattutto negli anni che seguono il suo divorzio.
L’artista utilizza l’autoritratto negli spazi naturali, anche con il nudo, come forma di autoesplorazione e terapia. Usa la fotografia per trasformare le parti dolorese della sua vita in oggetti, in modo da poterli isolare e gestire in maniera meno traumatica. Lavora sui concetti di amore, sesso o desiderio facendo un uso poetico del paesaggio.
☑ Jason Bell
Jason Bell è un fotografo londinese nato nel 1969, ritrattista e fotografo di moda con molti lavori pubblicati sulle riviste come Vanity Fair, Vogue o Time. Vive tra Londra e New York ed ha realizzato molti ritratti a diverse celebrità come Johnny Depp, Paul McCartney, David Beckham, Scarlet Johansson.
Le sue fotografie di Kate Winslet per la rivista GQ nel 2003 hanno causato delle polemiche, perchè l’attrice si è lamentata di essere stata manipolata nelle immagini, mentre Bell ha sempre negato. Più di 40 sue fotografie fanno parte della collezione permanente della galleria d’arte pubblica National Portrait Gallery di Londra.
Per scattare una foto che si distingua dalle altre, devi far sì che il soggetto si innamori un po’ di te.
☑ Lois Greenfield
Lois Greenfield è una fotografa statunitense conosciuta principalmente per il suo approccio unico alla fotografia del corpo in movimento. Nata nel 1949, il suo sogno iniziale era quello di diventare una fotografa per il National Geographic, ma dopo la laurea cominciò i primi lavori come freelance per giornali locali di Boston. Nel 1973 si trasferisce a New York, specializzandosi nella fotografia di danza per il Village Voice.
In quel periodo la danza stava diventando molto popolare ed in essa la Greenfield ha trovato una grande fonte di ispirazione. Negli anni ’80 apre un suo studio per fotografare i ballerini con più calma e per avere maggior controllo dei movimenti, dell’illuminazione e degli altri aspetti fotografici, per concentrarsi su una visione molto profonda e personale.
Anche se sei in una posizione in cui non puoi controllare quello che succede, puoi sempre controllare la prospettiva da cui osservarlo.
☑ Franco Fontana
Fontana è un famosissimo fotografo italiano di Modena, nato nel 1933, che vive e lavora a Torino. È famoso per le sue immagini dai colori intensi e saturi, anche di nudo, ma soprattutto per i paesaggi che tendono a forme astratte. Franco Fontana si dedica alla fotografia come appassionato nel 1961, nelle sue immagini di paesaggi urbani e rurali vi è una composizione rigorosa ed un’astrazione artistica particolare.
Paesaggi geometrici e prospettive di un mondo bidimensionale, con colori accesi, diventano il suo marchio personale sulla carriera fotografica. Negli anni ’70 si consacra come fotografo di livello internazionale, con un’espressività astratta che permette alle sue opere di farsi apprezzare nel mondo. Ha partecipato a più di 400 esposizioni, collettive e personali, e le sue fotografie sono nelle collezioni di più di 60 musei del mondo; ha lavorato per importanti aziende a livello globale (Canon, Kodak, Sony, Volkswagen, Versace, Swissair, etc.), celebri riviste e giornali.
La fotografia non è la macchina fotografica, la fotografia è il fotografo. È il paesaggio che attraverso di me si fa l’autoritratto.
Una regola da tenere sempre presente è il cancellare per eleggere, togliere il superfluo per arrivare all’anima delle cose.
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❂ “Fotografia creativa. Corso con esercizi per svegliare l’artista che dorme dentro di te.” di F. Fontana su Amazon
☑ Jonny Briggs
No, non ho sbagliato a scrivere, si chiama proprio Jonny senza h ed è un emergente fotografo britannico, nato nel 1985 a Londra. Non è solo un fotografo ma si può definire un artista visivo, realizza opere in cui si fondono fotografia, pittura e scultura. La sua produzione è astratta ed intellettualmente stimolante.
Attraverso l’uso della fotografia, esplora il rapporto con l’inganno, mettendo in discussione natura e cultura, realtà e finzione, infanzia ed età adulta. Attraverso coinvolgenti installazioni in cui usa i membri della sua famiglia come modelli, il fotografo inglese rielabora relazioni e ricordi del passato.
Quella zona grigia tra ciò che è reale e ciò che non lo è, è una materia molto interessante da esplorare in fotografia. Siamo passati da “la fotocamera non mente mai” a “la fotocamera mente sempre”.
☑ David LaChapelle
Approccia la fotografia a sei anni, durante una vacanza in famiglia, in cui usa la macchina fotografica per ritrarre la madre: da quel momento diventa la sua ossessione. La sua carriera ha una svolta significativa nel 1982, quando Andy Warhol lo spinge a pubblicare le sue foto. In seguito le stravaganti e bizzarre immagini di David LaChapelle appaiono sulle riviste più famose come Vogue, GQ, Rolling Stone, etc.
Il suo stile unico e facilmente riconoscibile, mostra scene estremamente colorate dal sapore pop-art. I suoi scatti sono pensati in modo dettagliato e accurato, lavorando sull’aspetto fisico del personaggio, creando situazioni grottesche e artificiali, fino ad ottenere immagini eccellenti che richiedono pochissima post-produzione. Nei suoi lavori è facile trovare spesso una critica alla società odierna, piena di eccessi e vanità.
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