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Filtro polarizzatore: come usarlo nella fotografia paesaggistica

Come ho già scritto, il filtro polarizzatore è uno degli accessori fondamentali da avere sempre nella borsa fotografica. In genere è il primo filtro che si acquista quando si ama scattare fotografie all’aperto, perchè migliora il contrasto e la saturazione dei colori in questo tipo di foto, ma per la sua versatilità è interessante in molti generi fotografici.

La sua versatilità è dovuta proprio alle sue caratteristiche speciali: funziona come una griglia che blocca le radiazioni elettromagnetiche indesiderate, come quelle della luce non polarizzata, impedendo alle onde luminose riflesse di raggiungere l’obiettivo.

Esistono due tipi di filtri polarizzatori, quelli lineari e quelli circolari — chiamati anche filtri cpl. Ormai quelli maggiormente utilizzati, ed a cui faccio sempre riferimento, sono quelli circolari perchè i lineari sono diventati obsoleti: il loro effetto dipende dall’orientamento e con le moderne fotocamere ad autofocus, ruotano insieme all’obiettivo nella ricerca della corretta messa a fuoco, causando una variazione dell’effetto polarizzatore. I filtri polarizzatori circolari possono facilmente ruotare per adattarsi alla situazione in ogni momento.

Perchè usare un filtro polarizzatore?

Nella fotografia di paesaggio può capitare di frequente di riprendere uno scenario spettacolare, per poi accorgersi che l’immagine ottenuta sembra un po’ piatta, manca di vita e di colore. Questo succede perchè la luce solare rimbalza nell’atmosfera e su tutti gli elementi presenti nella scena, raggiungendo le lenti del nostro obiettivo da angolazioni diverse. Per ridurre questi riflessi si usa il filtro polarizzatore, che è in grado di rimuovere la maggior parte della luce riflessa, aumentando immediatamente la saturazione dei colori ed il contrasto della fotografia.

Anche se i colori ed il contrasto si possono migliorare in post-produzione con un software, è davvero molto difficile replicare i risultati del polarizzatore, in particolare per ridurre i riflessi o eliminare l’effetto delle particelle di vapore acqueo sempre presenti nell’atmosfera. Il filtro polarizzatore è praticamente indispensabile nella fotografia paesaggistica.

Come si usa il filtro polarizzatore circolare?

L’uso del filtro cpl è semplicissimo: basta avvitarlo nella parte anteriore dell’obiettivo (che ha una filettatura per ospitare filtri di x millimetri, è scritto proprio lì, per esempio ∅ 58mm) e lo possiamo ruotare come desideriamo. Girandolo, ne vedremo immediatamente l’effetto nel mirino della fotocamera, perciò sarà facile capire la migliore posizione del filtro per la scena inquadrata.

La polarizzazione può variare molto in base alla posizione del sole o di altre sorgenti luminose, quindi è importante considerare ogni dettaglio che può influenzare la quantità di polarizzazione ottenuta. Il massimo grado di polarizzazione si ottiene con il sole perpendicolare a noi in un angolo di circa 90°. Se il sole è in alto rispetto a noi, la luce del cielo sarà polarizzata orizzontalmente, apparendo uniforme in ogni direzione. Quando il sole è invece vicino all’orizzonte, come succede al tramonto, la luce del cielo sarà polarizzata per lo più verticalmente. In fotografie di paesaggio scattate con un obiettivo grandangolare è possibile avere aree più polarizzate di altre.

In questi casi, all’alba o al tramonto, è meglio non abusare del polarizzatore e ruotare il filtro in modo da ottenere un effetto ridotto e più naturale. Lo stesso vale quando si usa il filtro al massimo grado di polarizzazione: il cielo può risultare innaturalmente scuro e quindi palesemente falso. Ruota il filtro in modo che l’effetto ottenuto sia il più naturale possibile, con un cielo normale, il polarizzatore circolare non ha bisogno di essere smontato, basta ruotarlo nel modo giusto.

Ridurre i riflessi delle superfici

Un altro importante utilizzo dei filtri polarizzatori nella fotografia di paesaggio è la capacità di ridurre i riflessi. Le luci riflesse sono ovunque e sono molto comuni in natura, ma grazie a questo tipo di filtro le possiamo rimuovere molto facilmente.

Pensa ad i riflessi sull’acqua del mare, su una superficie in vetro con una finestra o una superficie metallica come un’auto. Anche nel caso di vegetazione o rocce in un ambiente acquatico, probabilmente l’effetto ottenuto sarà minore, ma il polarizzatore farà comunque il suo lavoro oltre a migliorare il contrasto e la saturazione dell’immagine. In alcuni casi il filtro polarizzatore può essere usato anche in sostituzione di un filtro a densità neutra, eliminando parte della luce che raggiunge la fotocamera, in maniera molto più leggera ovviamente, per ottenere fotografie che richiedono un’esposizione più lunga.

Ridurre la foschia nell’aria

Filtro a polarizzazione circolare Polaroid, disponibile per diversi diametri ∅
Un altro motivo importante per usare il filtro polarizzatore nella fotografia naturalistica è quello di ridurre la foschia nelle immagini, particelle microscopiche di acqua sospese nell’aria, qualcosa che i fotografi di paesaggio trovano molto più spesso di quanto si creda. Anche questo problema si può migliorare in qualche modo in post-produzione, a posteriori, ma in ogni caso l’uso del polarizzatore sarà sempre un aiuto maggiore.

L’uso del filtro aiuta a far apparire il cielo più scuro, più contrastato, con le nuvole in risalto, qualcosa che può migliorare notevolmente le fotografie.

Quali svantaggi ha il filtro polarizzatore?

Il filtro polarizzatore è così utile e importante, ma alcune delle sue caratteristiche possono apparire come degli svantaggi e causare qualche piccolo problema. Come ho già scritto in precedenza, il suo utilizzo all’alba o al tramonto può far sembrare il cielo irregolare ed irreale. Anche se il suo utilizzo è molto semplice, il polarizzatore montato sulla lente implica comunque un po’ di attenzione prima dello scatto, per essere sicuri che sia ruotato nel modo giusto, usandolo senza fretta.

Quello che si può considerare un altro svantaggio dei cpl è la quantità di luce che viene sottratta al sensore, che può essere di qualche stop. Sembra poco, ma può essere una quantità di luce notevole che può causare problemi con i tempi di posa, usalo solo quando è necessario.

In alcuni casi l’utilizzo del filtro polarizzatore causa la comparsa di immagini fantasma nelle fotografie — ghosting — soprattutto quando si usano filtri di cattiva qualità. Non vale la pena rovinare la qualità di un buon obiettivo, probabilmente anche costoso, con un filtro economico di dubbia provenienza. Naturalmente è anche importante prendersi cura della pulizia del polarizzatore, poichè la polvere ed altre particelle non fanno che aggiungere ulteriori problemi e peggiorare le foto.

Filtro CPL Hoya per diversi diametri dell’obiettivo, grande qualità e dimensioni slim
Il filtro polarizzatore potrebbe generare una fastidiosa vignettatura sull’immagine, in particolare se utilizzato con obiettivi grandangolari. Il polarizzatore richiede una costruzione con due anelli che ruotano, è frequente quindi che questi filtri siano più spessi di altri. Comunque ne esistono anche modelli più sottili, proprio per evitare questo tipo di problema, ricordando che è consigliabile non montarne troppi insieme.

I polarizzatori hanno un certo costo, questo dipende in particolare dalla dimensione e dalla qualità del filtro: il vetro utilizzato, i trattamenti, la marca, etc. Invece di comprare più polarizzatori per diversi obiettivi con diametri differenti, ne puoi acquistare solo uno per quello con il diametro maggiore e riutilizzarlo sugli altri obiettivi più piccoli con gli anelli adattatori per filtri. Questa è una soluzione abbastanza valida e certamente molto più economica; gli anelli adattatori sono chiamati spesso in inglese come “stepping ring” o “step-down adapter ring”.

Il polarizzatore è un accessorio essenziale

Dovresti aver chiaro perchè il filtro polarizzatore circolare è uno strumento indispensabile della borsa del fotografo, specialmente di chi ama fotografare i paesaggi. Nella fotografia analogica era un accessorio molto più popolare, con il digitale sembra che tutto possa essere comunque sistemato “dopo” al computer. Nonostante qualche svantaggio — li possiamo davvero considerare tali? — la sua utilità è innegabile.

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