La fotografia gastronomica è uno dei settori più interessanti ed in crescita della fotografia, capace di combinare insieme due mondi molto appassionanti, pieni di creatività ed emozioni. Grandi fotografie sono frutto della cooperazione tra due “artisti” come lo chef ed il fotografo, anche se spesso dietro le migliori foto di cibo c’è il lavoro di una squadra di professionisti: assistenti di fotografia e di cucina, decoratori, stilisti, direttori di produzione, etc.
Lo stile culinario — quello della cosiddetta #foodphotography — cerca di creare interesse per gli alimenti attraverso l’impatto visivo. Nelle fotografie non si possono avere gusto, profumi e tatto, perciò i fotografi professionisti del cibo usano tecniche che convincono l’osservatore attraverso la luce e la composizione della scena fotografata, sono in grado di trasmettere il gusto e la consistenza del cibo per far venire voglia di correre al ristorante, anche attraverso la scelta degli ingredienti, delle forme, l’organizzazione del tavolo, le trame e molti altri fattori.
Pur essendo parte della fotografia still-life, la fotografia food sembra quasi un mondo a sé con i suoi seguaci, che per motivi diversi scattano foto al cibo: immagini per la pubblicazione su un blog di cucina, condivisione del momento in un ristorante, ricordo di qualcosa mangiata durante una vacanza…
Le fotografie mostrate nelle pubblicazioni gastronomiche sono spesso realizzate da fotografi di primo livello, frequentemente insieme a food stylist che hanno il compito di rendere i piatti ancora più belli. Molti chef famosi hanno un fotografo che lavora a tempo pieno per loro, chi pensa che basti un cellulare di ultima generazione per avvicinarsi alla qualità delle foto più apprezzate, quasi certamente vedrà le sue aspettative deluse.
Contenuti dell'articolo
Fotografia di prodotti alimentari, cosa tener presente
Per realizzare una foto che seduca il palato, una buona fotocamera può sempre aiutare. Ma gli elementi principali per ottenere immagini appetitose li possiamo scoprire imitando i professionisti.
- Osserva chi conosce bene il suo lavoro, lasciati ispirare sfogliando i profili dei fotografi di food e gastronomia, cerca di capire perchè le loro foto funzionano e come potresti farle allo stesso modo. La maggior parte delle foto di alimenti che vediamo nelle immagini professionali sono state pensate e studiate nei particolari.
- Nella fotografia gastronomica professionale spesso si utilizzano prodotti non commestibili, che servono a migliorare l’aspetto degli alimenti fotografati. Non è il caso dei ristoranti, dove un aspetto efficace dipende dalle capacità del personale e dalla qualità degli alimenti. La foto deve essere scattata immediatamente, appena il cibo viene servito, così avrà maggior consistenza ed un aspetto più invitante.
- Sii creativo ed impara a conoscere i termini e le tecniche usate in cucina. Aiutati con gli sfondi neutri per evidenziare la consistenza del cibo ed evitare distrazioni con lo sfondo.
- L’illuminazione è profondamente studiata e controllata, sia che si tratti di luce naturale che artificiale. Nei ristoranti ci sono tante possibilità di illuminazione quanti sono i posti, ma quella delle luci nei locali è raramente considerata l’ideale: specchi, pannelli riflettenti ed altri accessori sono utilizzati per ottenere la luce dove serve. In molti casi si usa anche il controluce o la luce laterale.
- Cerca di raccontare una storia e non aver paura di coinvolgere nelle foto le mani o altre parti del corpo. Afferra le posate, il bicchiere o semplicemente appoggia una mano vicino al piatto, se aiuta a raccontare meglio la tua storia.
- Fotografo e cuoco lavorano insieme: i piatti si preparano quando entrambi sono pronti; salse e condimenti si aggiungono all’ultimo momento per dare la parvenza di essere stati appena preparati.
Attrezzatura consigliata per fotografare il cibo
Una delle caratteristiche migliori della fotografia gastronomica è che si può intraprendere e provarla con un investimento economico relativamente ridotto. Non c’è bisogno di uno studio fotografico o molto materiale, probabilmente il più ce l’hai già.
- Fotocamera con regolazioni manuali. La tua normale fotocamera reflex o mirrorless può essere l’ideale per lavorare in modalità manuale e ottenere il massimo dalle possibilità di illuminazione, messa a fuoco e così via. Se non ne hai una, puoi provare a lavorare ugualmente con una compatta avanzata che può comunque ottenere risultati soddisfacenti in molti casi.
- Obiettivo luminoso. Ognuno di noi può avere un suo obiettivo preferito, ma quello che certamente non deluderà è un obiettivo 50mm, il re degli obiettivi, quello che maggiormente si avvicina all’occhio umano. Solitamente si tratta di un’ottica luminosa f/1.4 o f/1.8, che ci darà la possibilità di giocare con una profondità di campo ridotta. Inoltre ha un costo abbastanza contenuto rispetto ad altri obiettivi con la stessa luminosità e sarà utile per qualsiasi tipo di fotografia. Un obiettivo macro a focale lunga (60-105mm con apertura f/2.8) può essere un’altra buona ottica di cui disporre.
- Treppiede. Nella fotografia di prodotti e nella still-life in genere è fondamentale, soprattutto perchè la nitidezza è un elemento principale che consente di vedere il dettaglio delle trame e dei colori, assolutamente essenziali quando si lavora con il cibo: dobbiamo cercare di mangiarlo con gli occhi. Il treppiede permette anche di scegliere la composizione migliore e lavorare serenamente. Possiamo osservare la scena con tranquillità attraverso il mirino e fare le modifiche necessarie per migliorarla, senza modificare l’inquadratura o il punto di vista.
- Riflettori e diffusori per la luce. Un riflettore può essere molto utile per indirizzare e modellare la luce, è uno strumento molto economico e che si può utilizzare anche per i ritratti. Qui c’è un set di 5 riflettori tondi pieghevoli con cui avere diverse tonalità di luce che costano solo pochi euro. I diffusori possono essere applicati davanti ad una lampada, ad una finestra o un’altra fonte di luce per trasformare la luce dura in luce soffusa e ridurre le ombre troppo marcate.
- Accessori e oggetti di scena da cucina. Per iniziare saranno sufficienti alcuni sfondi di diverse tonalità, niente di troppo complesso: cartone, legno, una parete liscia… Piatti di diverse dimensioni e forme, tovaglie e tovaglioli, cucchiai in stile antico sono tutte cose che possono rendere la scenografia più particolare. Tavole in legno, di ardesia o di marmo su cui collocare i piatti sono molto fotogeniche e aggiungono consistenza alle immagini. Teiere, caffettiere, schiaccianoci, vecchi macinini sono tutti oggetti da cucina che aiutano a completare la storia del piatto e degli alimenti.
Come impostare la fotocamera per fotografare il cibo
Fonti luminose, impostazioni della scena e gusti sono variabili che possono cambiare dalla location allo stile fotografico che ognuno vuole dare alle proprie immagini. Alcuni consigli su come impostare la fotocamera però sono una buona base da cui partire nelle prime sessioni di fotografia gastronomica.
- Apertura del diaframma: per evidenziare maggiormente alcune parti dei piatti, di solito si usano aperture di diaframma che consentono di lavorare con poca profondità di campo (un diaframma molto aperto come f/1.4), per isolare ed enfatizzare ancora di più il soggetto principale, il cibo.
- Velocità di scatto: non dovrebbe essere un problema, perchè do per scontato che si fotografi un elemento statico con l’uso di un treppiede. Se invece vogliamo dare un senso di movimento ad alcuni ingredienti che cadono dall’alto (farina, miele, sale, spezie) per mostrarne lo spostamento dovremo utilizzare tempi di posa più lunghi, o viceversa più brevi e maggiore luminosità per congelarne il movimento.
- Sensibilità ISO: un valore ISO il più basso possibile garantisce minor rumore digitale nell’immagine ed una maggiore nitidezza. Basta impostare il generico ISO 100 o 125, in base alla fotocamera utilizzata.
- Bilanciamento del bianco: nella fotografia gastronomica è fondamentale controllare le tonalità dominanti della scena. Luci troppo calde o troppo fredde possono dare sensazioni completamente differenti e sbagliate, il cibo dovrebbe apparire naturale ed appetitoso.
- Messa a fuoco: per soggetti statici come possono essere gli alimenti su un tavolo è più adatta la modalità AF-S (autofocus singolo) o meglio ancora la modalità manuale, per essere ancora più precisi.
- Modalità di esposizione Spot: è la più precisa e consigliata per fotografare gli elementi statici come i nostri piatti, quella con cui avremo i risultati migliori.
- RAW: la modalità di scatto in formato RAW ci garantisce di avere la maggior quantità di informazioni possibili nei file, su cui quasi certamente lavoreremo in post-produzione per ottenere una foto con le caratteristiche ben precise che vogliamo.
Come fotografare cibo e piatti di alimenti
Senza addentrarsi troppo nel #foodporn però, ritengo che alla base di molte scelte successive ci sia il punto di vista sul nostro cibo, capace di trasformare completamente un’immagine.
Sostanzialmente le possibilità sono tre diverse angolature.
Perpendicolare o zenitale: permette la composizione di diversi elementi visti dall’alto, spesso con luce soffusa e molto luminosa, con ombre lievi, molta nitidezza e una grande profondità di campo. È molto importante che ogni elemento della scena sia a fuoco.
Soggettiva, angolo di 45°: è il punto di vista in cui si posiziona il commensale pronto per mangiare, per questo viene concepita come un’angolazione molto naturale. È una delle più utilizzate nelle foto tradizionali di prodotti pubblicitari perchè è la più realistica.
Normale o radente: è un punto di vista molto comune nella cucina mediterranea, con luci più teatrali ed ombre, spesso lasciando zone in penombra. Da un maggiore senso di profondità e consente di giocare con i diversi piani.
E l’illuminazione come deve essere? La luce è fondamentale in qualsiasi genere di fotografia, ma ancor di più quando bisogna controllarla e modellarla a piacimento, come le foto che si scattano in uno studio attrezzato per questo, una cucina o un ristorante in cui vogliamo ottenere qualcosa di preciso.
La luce laterale è sicuramente quella più utilizzata nella fotografia gastronomica perchè enfatizza i volumi e la struttura degli elementi. L’illuminazione alla Rembrandt, che prende il nome dal pittore olandese, è utilizzata anche in questi casi e può dare buoni risultati, non solo nei ritratti. Una luce morbida e soffusa è più facile da gestire, aggredisce meno gli alimenti da fotografare ed in moltissimi casi può essere una buona soluzione fotogenica.
Ma quella che darà i migliori risultati sarà certamente una luce naturale: cerca il punto in cui ti sembra funzioni meglio, dove i raggi di luce danno le sensazioni più vantaggiose e scatta sfruttando queste qualità. High-key e low-key sono due scelte forse poco naturali, ma che vengono comunque fatte in diversi casi.
Nella composizione non tutto deve essere perfettamente ordinato e pulito: una bella immagine può essere anche quella di una tazza di cioccolata che gocciola, il taglio di un trancio di carne in cottura o alcune molliche di pane sul tavolo, tutte situazioni che trasmettono una sensazione più familiare.
Post-produzione e ritocchi finali ci vogliono? Si, praticamente sempre. Avremo sicuramente scattato un gran numero di fotografie allo stesso piatto ritoccando piccole cose, nella scena o nelle impostazioni. Facciamo una prima selezione e teniamo le foto che sembrano migliori, cercando di equilibrare luminosità, colori e inquadratura.
Il cibo deve sembrare cibo, fresco e in buono stato. I colori sono molto importanti ed il bilanciamento del bianco ci aiuta a trasmettere freschezza, calore o a lasciare una sensazione neutra all’immagine.