X

La fotografia a lunga esposizione

Ti è sicuramente già capitato di vedere fotografie a lunga esposizione e di apprezzarle quel particolare senso di leggerezza che riescono a dare ad una scena che, fotografata normalmente, potrebbe essere molto diversa e quasi banale.

Prova a cercare #longexposure su Instagram. Le alte velocità di scatto sono perfette per catturare azione e movimento, ma se riduciamo la velocità possiamo vedere come il movimento si trasforma in figure morbide ed astratte. La fotografia a lunga esposizione è un’eccellente tecnica per fotografare nuvole che si muovono all’orizzonte, onde che si infrangono contro le rocce, strade affollate in una città notturna oppure per ottenere quello che solitamente viene chiamato “effetto seta” nei corsi d’acqua.

© Nicola M. FotoPost.it

Cosa è la fotografia a lunga esposizione?

È tutta una questione di tempo, più che di altri parametri. Quando scattiamo una foto, in una frazione di secondo la fotocamera apre e chiude l’otturatore per lasciar passare la luce al sensore e registrare l’immagine. Ma se invece della solita frazione di secondo, cosa succede se lasciamo l’otturatore aperto per diversi secondi o addirittura minuti? Tutto quello che succede davanti all’obiettivo per quel periodo di tempo sarà catturato, naturalmente mantenendo la fotocamera nella stessa posizione con l’aiuto di un treppiede o di un altro punto d’appoggio fondamentale.

Lavorando così possiamo scoprire un modo completamente nuovo di osservare quello che ci circonda, con un’impronta particolarmente suggestiva che non si riesce a cogliere a prima vista. Quando conviene usare le lunghe esposizioni? Sostanzialmente in due casi: quando vogliamo fotografare il movimento di qualcosa — le nuvole, l’acqua, le stelle, le persone, i fari di un’auto — o quando abbiamo bisogno di più luce.

Configurare la fotocamera per le lunghe esposizioni

Le foto a lunga esposizione possono richiedere impostazioni diverse in base a quello che vogliamo cogliere nelle nostre immagini ed al soggetto o scena che intendiamo catturare, adattando tutti i fattori e gli strumenti caso per caso. Il modo di procedere però è genericamente uguale in ogni caso e ci porterà ad avere tempi di posa dal secondo in su.

© Nicola M. FotoPost.it
  • Modalità Manuale (M). Si tratta proprio della modalità di scatto che spaventa di più i principianti, ma non è per niente complicata quando si capisce il funzionamento della fotocamera, basta solo trovare il giusto equilibrio tra le tre variabili fondamentali per ottenere un’esposizione corretta. In questo modo abbiamo il vantaggio di controllare tutti i parametri che ci interessano.

    Le macchine fotografiche limitano il tempo di esposizione a 30 o 60 secondi, che nonostante possa essere un tempo molto lungo, in alcuni casi può non essere sufficiente per la nostra fotografia. In questi casi ricorreremo alla modalità Bulb o posa B, che in alcune fotocamere si trova facendo un ulteriore passo con la rotellina di controllo, mentre in altre può essere una modalità della fotocamera a sé stante, indicata con la lettera B.

    In questa modalità è essenziale disporre di uno scatto remoto per evitare vibrazioni o movimenti, perché l’otturatore resterà aperto per tutto il tempo in cui terremo premuto il pulsante di scatto.

  • Priorità di tempi (S o Tv su Canon).  Con questa modalità impostiamo la velocità dell’otturatore con cui eseguire lo scatto, controllando il tempo di esposizione, mentre la fotocamera si occuperà delle altre variabili per avere l’esposizione corretta.

    Può essere la modalità giusta per i primi passi nelle lunghe esposizioni, per capire meglio come possono cambiare le immagini al variare dei tempi ed imparare la tecnica, sperimentando con il numero di secondi che ci darà il miglior risultato.

  • Priorità di diaframma (A). Probabilmente non è una modalità molto utilizzata per le lunghe esposizioni, ma è la mia preferita e quella che uso nel 90% dei casi (per il resto, quella manuale). Con diaframmi sempre molto chiusi, mi permette di ottenere la profondità di campo e la nitidezza che voglio nelle mie foto, che di conseguenza avranno tempi di esposizione piuttosto lunghi.

    Nel caso i tempi eccedano i 30 secondi massimi che mi consente la fotocamera, posso compensare l’esposizione con un ulteriore step di sensibilità portando gli ISO a 200. Questa modalità è utile anche quando so di avere il sensore sporco oppure pulviscolo sull’obiettivo o sul filtro che non riesco a pulire, scegliendo l’apertura massima che mi permette di non avere quei fastidiosi pallini sulle immagini.

Foto a lunga esposizione di giorno

Nelle fotografie a lunga esposizione scattate di giorno, ovviamente, la quantità di luce cambia radicalmente rispetto a quelle notturne ed è facile ottenere immagini sovraesposte o addirittura bruciate. Quindi, come si fa? Oltre ad altri accessori, è fondamentale un filtro a densità neutra o ND, in qualche caso anche più di uno.

Se vogliamo fare lunghe esposizioni in pieno giorno, magari con il sole, dobbiamo fare in modo che al sensore della fotocamera non arrivi così tanta luce per poter tenere l’otturatore aperto a lungo. I filtri ND riducono la quantità di luce che penetra nell’obiettivo, grazie all’interposizione di una pellicola neutra che agisce allo stesso modo su tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile.

Non tutti i filtri a densità neutra sono uguali, ma hanno una sigla con un numero proporzionale alla capacità del filtro di assorbire la luce che lo attraversa, riducendo la quantità che arriva al sensore. Per esempio può essere ND2, ND4, ND8, ND16… ND400, ND1000. Il filtro può essere circolare, con un preciso diametro che gli consente di avvitarsi direttamente sulla filettatura anteriore dell’obiettivo, oppure a lastra che si posiziona in un porta-filtro.

Se la tua fotocamera non dispone di live-view, inquadra la scena da fotografare e successivamente applica il filtro ND, altrimenti non riuscirai a vedere niente nel mirino.

Filtro ND64 in vetro ottico a densità neutra su Amazon

Il treppiede è decisamente necessario, a meno che non si abbia qualche altro elemento che funzioni da punto di appoggio per la fotocamera. Lo scatto remoto può aiutare in molti casi, ma se non si utilizza la modalità Bulb si può ricorrere al ritardo di scatto della macchina fotografica, anche impostato a 2 secondi.

© Nicola M. FotoPost.it

Che tipo di immagini si ottengono con una lunga esposizione diurna? Sono molto popolari le fotografie che catturano un flusso d’acqua, ma anche il movimento delle nuvole o qualsiasi altro elemento di cui si possa percepire uno spostamento.

Le lunghe esposizioni di giorno sono molto usate per immagini contemplative, realizzate in un ambiente urbano dove il soggetto principale è un elemento architettonico come un edificio, un ponte, un monumento, tutte cose abbastanza comuni che però possono apparire completamente diverse quando fotografate con questa tecnica.

Il contrasto tra luci e ombre può assumere grande importanza, quasi sempre con un cielo con le scie delle nuvole in movimento e dove non è presente un soggetto umano, principalmente con un bianco e nero che accentua la drammaticità dell’immagine.

Foto a lunga esposizione di notte

Aumentare il tempo di esposizione diventa essenziale di notte, quando dobbiamo compensare la mancanza della luce. Oltre ad aumentare gli ISO fino ad un limite accettabile ed aprire il diaframma, abbiamo bisogno di più tempo per lasciar arrivare più luce al sensore.

Tra le fotografie notturne a lunga esposizione che possiamo praticare ci sono gli scenari naturali, luoghi solitamente piuttosto bui dove fotografare un cielo stellato, la Via Lattea oppure imparare a realizzare gli affascinanti startrails.

© Nicola M. FotoPost.it

Anche gli ambienti cittadini di notte sono tra i luoghi più fotografati con questa tecnica, situazioni più illuminate che non richiedono tempi particolarmente lunghi in cui catturare le scie delle auto che vanno e vengono o le sagome delle persone che camminano per strada, come fossero fantasmi.

Un genere più creativo di queste fotografie si può ottenere con il lightpainting, ma dipende tutto dalla nostra fantasia e dall’uso che riusciamo a fare di torce elettriche, fili luminosi, flash ed altri strumenti con cui possiamo illuminare le nostre immagini a lunga esposizione.

Prima di iniziare una sessione di foto a lunga esposizione, assicurati di avere la batteria completamente carica e possibilmente almeno una di riserva: questo genere di fotografie consuma notevolmente la batteria della fotocamera, meglio essere preparati. E naturalmente pazienza, per i tempi necessari a realizzare le foto e per ottenere i risultati desiderati, con tanta pratica.

Non sottovalutare il potere terapeutico di queste sessioni fotografiche, che il più delle volte sono fatte in ambienti naturali silenziosi e rilassanti, come la riva del mare, perfetti per liberarsi dallo stress mentre si migliora nella fotografia.

FotoPost:
Related Post