Negli anni ci hanno accompagnato tanti progressi tecnologici, soprattutto nel passaggio dall’analogico al digitale, ma uno in particolare, che ha seguito un’infinità di storie d’amore, amicizie e vicende familiari è il mito della Polaroid.
Scattavi ed un attimo dopo la foto era lì, bastava sventolare la carta uscita dalla macchina fotografica ed aspettare una manciata di secondi: già quello era un segno distintivo, perchè non tutti potevano permettersi uno strumento simile.
Anche se sembra relativamente moderna, le sue origini risalgono agli anni ’30 dello scorso secolo, quando l’inventore statunitense Edwin Herbert Land denomina Polaroid, nel 1935, i laboratori fondati qualche anno prima. Non inizia subito con questa sorprendente fotocamera, ma con la commercializzazione del primo filtro polarizzatore sintetico, che ebbe un grande successo ed insieme ad altri prodotti venne molto utilizzato anche durante la Seconda Guerra Mondiale.
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La prima Polaroid
Si dice che l’idea sia venuta dopo aver scattato una foto a sua figlia: gli chiese se poteva vederla e si lamentò quando le fu risposto che avrebbe dovuto aspettare ancora a lungo. Che sia vero o meno, la figlia di Land ebbe sicuramente un ruolo importante nella nascita della Polaroid Land 95, che iniziò ad essere commercializzata nel 1948.
La Polaroid più apprezzata
Gli anni ’70 erano un periodo di rivoluzione culturale e ricerca della modernità, fu facile per la Polaroid diventare uno dei simboli di questo movimento. In Italia invece la sua diffusione è stata maggiore negli anni ’80 e ’90, molto legata alla crescita generale della fotografia analogica.
Come avrebbero fatto tutti i possessori di Polaroid nel mondo, tutti gli amanti delle fotografie istantanee lasciati senza alternative?
La (ri)nascita di un fenomeno globale
Subito dopo l’annuncio di Polaroid, nel 2008 nasce Impossible Project con lo scopo di mantenere in vita la magia delle leggendarie foto istantanee. Grazie ad una raccolta fondi di investitori privati, riescono ad acquistare da Polaroid l’ultima fabbrica rimasta, pochi giorni prima della sua chiusura.
Il progetto ha avuto una risposta sorprendente ed insieme all’aiuto di chimici, ingegneri e fotografi, sono le uniche persone al mondo a produrre pellicole istantanee nel formato originale, sia a colori che in bianco&nero. La società vende più di 1 milione di pacchetti l’anno e si stima che abbia circa 200mila utenti fedeli ed appassionati a questo ristretto campo fotografico, fatto di foto vere e stampate, non di migliaia di file che finiscono solo per occupare schede di memoria.
5 artisti che amavano le Polaroid
La fotografia istantanea sembra vivere un secondo momento di prosperità, non solo grazie al connubio Polaroid-Impossible ma anche al sorprendente successo delle fotocamere Instax di Fujifilm. L’uso di questi strumenti sembra più una moda, ma in passato ci sono stati anche grandi fotografi ed artisti che li hanno utilizzati seriamente.
Helmut Newton
Newton usava abitualmente una Polaroid per fare scatti di prova prima di quello definitivo, una pratica comune a molti altri fotografi prima che le fotocamere diventassero digitali. Anche se erano solo delle prove, quelle istantanee trasmettevano perfettamente l’essenza della sua fotografia, oggi raccolte nel libro chiamato Polaroids edito da Taschen.
Robert Mapplethorpe
Un centinaio di quegli scatti sono raccolti nel libro “Polaroids: Mapplethorpe”, scelti da Sylvia Wolf insieme alla Fondazione Robert Mapplethorpe: ci sono ritratti, nature morte, foto erotiche, come non mancano fotografie con gli amici e le sue muse Patti Smith e Marianne Faithfull. Il corpo come luogo di dolore e di piacere, come ideale di bellezza classica e celebrazione dello stile di vita alternativo, tutto ripreso con una macchina spontanea come la Polaroid.
Walker Evans
Nel 1973 riceve una quantità illimitata di pellicole Polaroid per la sua SX-70, con cui scatta più di 2500 istantanee in questo formato. In quelle immagini cerca sempre una rappresentazione essenziale, anche se conserva dei dubbi su questo tipo di fotografia, in quanto credeva che solo un fotografo molto esperto sarebbe in grado di ottenere buoni risultati.
Ansel Adams
Lo stesso Adams ha detto nella sua autobiografia che molte delle sue migliori fotografie a partire dagli anni ’50 sono state realizzate con pellicole Polaroid, dalle quali spicca una grande qualità tonale.
Andrei Tarkovsky
Dalla fine degli anni ’70 Tarkovsky ha scattato centinaia di istantanee, che mostrano il suo gusto per i paesaggi tristi e malinconici, le luci tenui e la sua grande padronanza compositiva. Sessanta di queste Polaroid di Tarkovsky, scattate tra il 1979 ed il 1984 in Unione Sovietica ed in Italia, sono raccolte nel libro “Instant Light: Tarkovsky Polaroids”, dove tra i meravigliosi paesaggi e le ombre profonde ci sono anche momenti della vita familiare con la moglie, il figlio ed il cane.