La sezione aurea è uno dei principi convenzionali della composizione visiva, utilizzata fin dall’antichità da molte culture. Nel corso della storia gli artisti e gli scienziati hanno cercato di analizzare quello che rende buono ed efficace una rappresentazione figurativa o una composizione fotografica.
Le origini della sezione aurea
In epoca più moderna, tra il XII ed il XIII secolo, il matematico pisano Leonardo Fibonacci ha intimamente correlato la successione di numeri che porta il suo nome alla sezione aurea. La Successione di Fibonacci è una successione di numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti ed i primi due termini sono per definizione 1 e 1, quindi è: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21 e così via. È interessante notare che il risultato della divisione di ogni coppia di numeri consecutivi della successione da come risultato un numero molto vicino al numero Phi.
A partire da questa scoperta si iniziarono a fare rappresentazioni grafiche della sequenza di Fibonacci. Per esempio con un rettangolo diviso in parti più piccole seguendo la sequenza, per poi unire con una linea a spirale alcuni dei vertici per ottenere la famosa spirale dorata, una rappresentazione che si verifica molto spesso in natura e si può vedere nelle piante, nei fiori e persino nelle conchiglie. In fotografia questo rapporto aureo è stato utilizzato dalle origini della disciplina, cercando di inquadrare gli oggetti nei punti forti di questa spirale, con risultati armonici ed equilibrati della composizione.
La sezione aurea nella composizione fotografica
Per scattare una foto cerchiamo sempre una buona composizione ed un soggetto principale. Con la sezione aurea possiamo includere il nostro soggetto in un’inquadratura geometricamente corretta, in modo che quando guardiamo l’immagine il nostro occhio si concentri su di esso e poi verso il resto. Per farlo, dobbiamo osservare l’intero campo visivo da fotografare, sapere quale soggetto vogliamo mettere in evidenza e realizzare l’inquadratura corretta con una buona composizione.
Questa spirale immaginaria dovrebbe essere solo una guida per aiutarci nella composizione e non una regola intoccabile che annulli la creatività. Spesso può capitare di comporre la fotografia secondo questa spirale in modo inconsapevole, semplicemente perché la composizione creata ci è sembrata visivamente piacevole.
Seguendo la sezione aurea puoi farti un’idea di dove posizionare l’orizzonte o i punti più importanti della foto, ma non deve essere una regola da rispettare rigorosamente e non garantisce la qualità dell’immagine finale.
Immagina una spirale aurea che parta da ognuno dei quattro angoli del rettangolo fotografico da comporre. Sai cosa otteniamo? La regola dei terzi, che è una versione della sezione aurea. In generale però è più facile comporre una fotografia tenendo a mente la regola dei terzi, con la sua semplice griglia, che la spirale dorata. In questo modo il centro dell’immagine risulta essere l’area meno interessante, mentre quelle vicine agli angoli sono quelle con il maggior interesse visivo.
Ma allora dove devo collocare il soggetto principale della foto? Dipende da quello che vuoi trasmettere, alcuni punti possono aiutare più di altri. Se si tratta di un soggetto in movimento, lascia spazio davanti; se si è già spostato, lascia spazio dietro; se vuoi mostrarlo libero, posizionalo in una composizione molto aperta, circondato dall’aria.
Se oltre a questo aggiungi delle linee che possono accompagnare in quello che vuoi trasmettere con la composizione, la fotografia sarà molto probabilmente molto positiva. Ricorda che le linee diagonali conferiscono alle foto un alto grado di dinamicità.
Naturalmente si tratta solo di una guida orientativa ed è tutto molto molto soggettivo. A seconda del luogo, della luce, del soggetto, dell’angolo di visione e di altri fattori, si possono ottenere delle ottime foto con una composizione diversa. Basta saper guardare, le regole di composizione fotografica non sono leggi da seguire alla lettera, ogni immagine è unica ed ogni fotografo è libero di interpretarle in modo diverso e con risultati diversi.